Al giorno d’oggi in Europa, le persone che decidono di spostarsi ed utilizzano la bicicletta come mezzo di trasporto sono circa l’8%, distribuiti in maniera equa tra maschi e femmine. In Italia, tale dato si attesta poco sotto tale media: al 6%.
Certo, questi numeri sono il frutto di politiche nazionali e perlopiù locali, che possono influenzare (in questo caso più che positivamente!) il comportamento delle persone. Ma soprattutto questo dipende da ciascuno di noi: cercare di fare una scelta sostenibile e salutare per l’ambiente ma anche per la nostra salute.
Una domanda che probabilmente molti di noi si saranno posti è: “ma come è nato tutto questo? A chi è venuto l’idea di costruire la prima bicicletta?”. Precisamente cercheremo di capire quando e chi ha inventato questo strumento che ha cambiato il paradigma della mobilità e ha posto le basi per i futuri mezzi.
La bicicletta ha più di 200 anni: AUGURONI!
Ma facciamo un passo indietro. Anzi facciamone 200. Esattamente, la bici è stata ideata dal barone Karl von Drais nel giugno 1817, poco più di 200 anni fa.
Per essere pignoli – e pure un po’ patriottici – c’è da dire che il merito di tale invenzione sia da attribuire a un genio Made in Italy: Leonardo Da Vinci. Infatti, a lui è attribuibile la prima e vera rappresentazione grafica di un veicolo che si avvicini alle sembianze dell’attuale bicicletta. Tale disegno è contenuto nel Codice Atlantico del 1490 ed è un macchinario con due ruote tenute da un asse ligneo, un manubrio e una sorta di catena che con la spinta data ai pedali permette di muovere la ruota posteriore. Il solito Leonardo. Avanti a tutti ancora una volta.
Ma torniamo al modello di von Drais. Battezzò il suo mezzo chiamandolo “Laufmachine” che significa macchina da corsa ma fu coniata dalla stampa francese “Draisine” (in italiano Draisina) e fece la sua prima apparizione in Italia nel 1819 a Miliano.
La Draisina aveva due ruote lignee e uno sterzo piuttosto grezzo dato da una leva e non il tipico manubrio. I pedali non esistevano, per potersi muovere era necessaria la spinta del guidatore, proprio per questo era stato applicato una sorta di poggia pancia per poter garantire più spinta. Insomma, ti aiutava a camminare da seduti. Questo rudimentale mezzo – che si avvicina alla bici come oggi è concepita – aveva dei collateral effects. Infatti, le ruote di legno a contatto con la strada, produceva fastidiose vibrazioni al guidatore, tanto da farsi soprannominare “boneshaker”, (“scuotiossa”, per l’appunto).
Dalla Draisina al velocipede
Durante i successivi anni, ci sono state poche modifiche al modello appena esposto. Questo fino al 1870, anno in cui è stato progettato il velocipede. Questo mezzo è stato pensato con una altissima ruota anteriore e il sellino venne posto proprio in sommità di tale ruota – probabilmente proprio per ridurre l’impatto con la pavimentazione stradale non ancora del tutto uniforme – e furono aggiunti i pedali. Tanto alta quanto instabile, seppur garantendo una maggiore comodità di guida.
La bicicletta di oggi
Anni dopo, nel 1885, fu progettata la bicicletta moderna, come oggi è conosciuta.
Al giorno d’oggi la bici ha avuto un successo planetario, sviluppatosi sia nei paesi occidentali – si pensi che l’Olanda è la patria delle biciclette, dove si trovano più ciclisti che automobilisti – e sia nei paesi del mondo più poveri, essendo questa facile da guidare ed economicamente accessibile anche per chi è meno abbiente.
Dalla bicicletta moderna si sono ottenute diverse varianti, che meglio si adattano agli usi di cui si necessita:
- La bicicletta da passeggio, un po’ più pesante ma molto elegante e comoda;
- La MTB (mountain bike), la preferita degli amanti del ciclismo fuori strada e di altri sport estremi;
- La bicicletta con sistema di accelerazione più vicina al concetto di “motorino elettrico”;
- La bicicletta a pedalata assistita, che meglio aiutano i ciclisti a muoversi con maggiore rapidità e con il minore sforzo, dove non c’è una sostituzione in toto della pedalata, ma più semplicemente questo modello aiuta il ciclista nella guida.
La bici resta – a prescindere dal modello, misura o variante – un’icona “verde” di eleganza e stile e aiuta l’ambiente e la salute dell’uomo.
E in futuro?
Beh, il futuro è già ora. La bicicletta non resta in disparte dinnanzi alla rivoluzione digitale attualmente in atto. Dai moderni sistemi di antifurto satellitare collegate via App, alla possibilità di poter integrare un display attraverso il quale è possibile controllare mappe e meteo, cambiare musica, parlare al telefono e monitorare l’attività fisica senza staccare le mani dal manubrio.
E chissà quante altre cose nel corso degli anni saranno inventate e sperimentate.
La bici da 2 secoli è in movimento: oggi più che mai!